Il verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi
Gv 1,14
Fare un pellegrinaggio in Terra Santa significa mettersi in cammino e fare del viaggio fisico un “cammino dell’anima”. Camminare su questa terra con il cuore l’anima e la mente in ascolto per fare un incontro.
“Quello della Terrasanta è un pellegrinaggio unico che non può essere paragonato a nessun altra forma di pellegrinaggio. Venire in Terra Santa significa venire ad incontrare Cristo: è un quinto Vangelo la Terra Santa… dove le pietre parlano di Gesù, parlano della sua storia, parlano della rivelazione di Dio all’uomo. Questo è il significato di sempre che oggi assume un valore ancora più importante.” (S.E. Mons. Pierbattista Pizzaballa)
LA COMUNITA’ CRISTIANA DI CONCOREZZO
IN PELLEGRINAGGIO
dal 28 Agosto al 4 Settembre 2017
Il pellegrinaggio come abbiamo annunciato qui sopra vuole essere, anzitutto, un avvenimento spirituale che ciascuno vivrà facendo conto delle proprie forze. L’importante è prepararlo e per questo lascio qui sotto qualche consiglio.
INVITO A PREPARARE IL VIAGGIO
- CON LA PREGHIERA IN FAMIGLIA: PREGANDO OGNI GIORNO CON UN SALMO DELLE ASCENSIONI (dal 120 al 133)
Si tratta di quindici salmi appartenenti al Quinto libro del salterio: quelli che nella numerazione ebraica vanno dal 120 al 134, o in quella latina dal 119 al 133. (I salmi hanno due numerazioni che corrispondono alle due edizioni del salterio: l’edizione in lingua ebraica e l’edizione in lingua greca o latina. L’edizione latina è quella che utilizziamo per la liturgia, quindi nel breviario abbiamo la numerazione latina. Nella Bibbia invece troviamo la numerazione ebraica). Questi salmi sono accomunati tutti da uno stesso titolo. I quindici salmi che vi invito a pregare (uno al giorno) rappresentano un caso unico in tutto il Salterio, poiché recano tutti la stessa intestazione, che li raggruppa in una sezione unitaria, collocandoli uno dopo l’altro. Nessun altro salmo, al di fuori di essi, ha lo stesso titolo. Vengono chiamati – secondo la traduzione della CEI – «canti delle ascensioni». Altre traduzioni possibili: canti delle salite, o del pellegrinaggio; oppure, basandosi sulla traduzione latina della Vulgata, «salmi graduali».
PERCHE’ SALMI DELLE ASCENSIONI ? C’è una certa discussione tra gli studiosi nell’interpretare il significato esatto di questa intestazione: secondo alcuni è riconoscibile in questi salmi un movimento di tipo ascendente per il quale alcuni termini di un versetto vengono ripresi in quelli successivi in un crescendo di significato. Quindi salmi delle salite o delle ascensioni perché il testo stesso è caratterizzato da questo movimento progressivo. Per altri questa dinamica ascensionale contrassegna l’intera sezione, nel senso che ogni salmo risulta legato al precedente e al successivo secondo uno sviluppo tematico progressivo; l’ascensione in questo caso è riscontrabile nella successione dei salmi nel loro insieme. Altri esegeti riconducono il numero di questi salmi, quindici in totale, a un uso particolare della liturgia del tempio di Gerusalemme, che era caratterizzato architettonicamente da grandi scalinate di accesso; secondo qualche testimonianza alcune di esse sarebbero state composte da 15 gradoni per cui si ipotizza che ciascun salmo venisse pregato dai Leviti ad ogni gradino che i pellegrini percorrevano nella loro salita verso il tempio. Nei commentari al Salterio si possono trovare molte altre spiegazioni, possiamo limitarci ad accogliere l’interpretazione più semplice e tradizionale, e tutto sommato più ragionevole e convincente, che ci fa riconoscere in questi salmi dei canti che accompagnavano i pellegrini nella loro ascensione al tempio in occasione delle grandi feste di pellegrinaggio, la Pasqua, la Pentecoste e la Festa delle Capanne. Sono canti di pellegrinaggio e quindi canti ascensionali, perché a Gerusalemme si sale sempre, sia dal punto di vista geografico, sia dal punto di vista spirituale: si sale verso gli 800 metri sul livello del mare, ma si sale anche spiritualmente verso il tempio, verso il luogo dell’incontro con Dio.
I SALMI DEL PELLEGRINO CHE CERCA DIO. Indubbiamente questa ascesa geografica e spirituale ha impresso a questi testi poetici anche una dinamica ascensionale che si riflette sulla loro stessa struttura letteraria e tematica. Essi ci faranno così rivivere un cammino di ricerca di Dio, mostrandoci anche quali siano le sue condizioni, i passi da compiere, gli atteggiamenti interiori da vivere, il bagaglio da prendere con sé. Per comprendere e pregare con verità questi testi abbiamo perciò bisogno di ricordare come la nostra stessa vita sia un pellegrinaggio, un itinerario di ricerca perché, come afferma nel Nuovo Testamento la lettera agli Ebrei, non abbiamo qui una città stabile, ma cerchiamo quella futura (Eb 13,13).
- PER PREPARARSI CULTURALMENTE SULLA ATTUALITA’ DELLA VITA DELLO STATO DI ISRAELE E DELLA PALESTINA CONSIGLIEREI DI LEGGERE QUESTO BEL ROMANZO STORICO:
Si tratta di un interessante romanzo storico che in maniera equilibrata presenta tutto il dramma della nascita dello stato di Israele e l’inizio del conflitto col mondo arabo palestinese.
LAPIERRE e L. COLLINS “Gerusalemme, Gerusalemme!”, Oscar Mondadori 1972/2007 (a seconda delle diverse ristampe)
Per info scarica qui il programma completo: