INTRODUZIONE DEL NUOVO RITO DELLA MESSA PER IL RITO AMBROSIANO
DA DOMENICA 29 NOVEMBRE 2020
Il 29 novembre 2020, I domenica dell’Avvento romano e III domenica dell’Avvento ambrosiano, entra in vigore in Italiala terza edizione del Messale Romano, che va a toccare lo stesso RITO DELLA MESSA CON IL POPOLO, altrimenti detto Ordinario della Messa.
Poiché questi mutamenti verranno recepiti anche dalla seconda edizione del MESSALE AMBROSIANO ancora in preparazione, l’Arcivescovo, nella sua funzione di Capo Rito, ha stabilito che anche le comunità di Rito Ambrosiano, a partire dalla stessa data, adottino il nuovo Rito della Messa con il popolo previsto dal Messale Romano nelle parti comuni ai due riti.
Con la pubblicazione del Rito della Messa per le Comunità di Rito Ambrosiano viene dunque anticipata la corrispondente sezione del Messale Ambrosiano ancora in preparazione affinché le variazioni introdotte nel Rito della Messa dalla terza edizione del Messale Romane, per i testi comuni, siano facilmente recepite anche nelle celebrazioni ambrosiane.
MUTAMENTI TESTUALI COMUNI (rito romano – rito ambrosiano)
ATTO PENITENZIALE
La formula penitenziale Confesso a Dio onnipotente prevede il modulo inclusivo fratelli e sorelle.
GLORIA
Il canto (recitazione) del Gloria, cambia l’espressione uomini di buona volontà con uomini, amati dal Signore.
PADRE NOSTRO
La preghiera del Signore (Padre nostro) rende di uso liturgico, nella parte finale, la nuova versione della Bibbia CEI 2008: «… come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male». Ciò ha comportato anche l’adattamento al nuovo testo della melodia ufficiale riportata sul Messale.
INVITO ALLA COMUNIONE
L’invito alla comunione, che prevede la risposta dei fedeli O Signore, non sono degno…, è riformulato come segue: «Ecco l’Agnello di Dio, ecco colui che toglie i peccati del mondo. Beati gli invitati alla cena dell’Agnello».
PREGHIERE EUCARISTICHE
Le Preghiere Eucaristiche II, III e IV – come pure, in Appendice, le Preghiere Eucaristiche della Riconciliazione e la Preghiera Eucaristica «Per varie necessità» nella sua quadruplice forma – si presentano con diverse revisioni testuali per una migliore corrispondenza dell’italiano alla terza editio typica latina del Messale Romano. Non è stata invece toccata la versione ambrosiana in italiano della Preghiera Eucaristica I, che già si distanziava qui e là dalla romana.
VARIAZIONI SPECIFICHE DEL RITO AMBROSIANO
ATTO PENITENZIALE
La prima forma ambrosiana dell’atto penitenziale (i tre Kyrie tropati) è stata arricchita di moduli specifici per i tempi dopo l’Epifania e dopo Pentecoste, che rispecchiano in qualche modo i temi espressi dal Lezionario domenicale.
ASPERSIONE CON L’ACQUA BENEDETTA
L’aspersione del popolo con l’acqua benedetta, sostitutiva dell’atto penitenziale, pur continuando a essere riportata in Appendice, è stata arricchita di testi per meglio distinguere l’uso dell’acqua già benedetta nella Veglia pasquale dall’uso dell’acqua benedetta immediatamente prima della benedizione del popolo.
INVITO ALLA PACE
Nell’invito alla pace al termine della Liturgia della parola al posto di «un segno di pace» si è dato spazio alla nuova formulazione romana «il dono della pace»: «Scambiamoci il dono della pace».
PREGHIERE EUCARISTICHE
Le preghiere eucaristiche ambrosiane (I, V e VI) hanno avuto alcune modifiche testuali, specialmente la VI.
In Appendice è stata riportata la Preghiera Eucaristica per le messe «per varie necessità» nella sua quadruplice forma, rendendola ufficialmente disponibile anche all’uso ambrosiano. Il suo testo, significativamente modificato rispetto alla versione riportata nel Messale Romano del 1983, è utilizzabile esclusivamente quando si celebrano messe «per varie necessità» .
BENEDIZIONE DEL MINISTRO STRAORDINARIO DELLA COMUNIONE EUCARISTICA
La benedizione del ministro straordinario della comunione eucaristica è stata portata all’interno dei riti di comunione, prima dell’invito alla comunione. Essa diventa ordinaria, come per il lettore, perché davanti alla comunità sia evidente che egli svolge il suo ministero con un mandato ecclesiale e con l’aiuto della grazia divina.